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Meeting AIIC, Gennari “Innovazione per contenere i costi della sanità”

VERONA (ITALPRESS) – Focus sull’innovazione tecnologica nella prima giornata del Meeting nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici in corso a Verona. A fare il punto su questo aspetto è Danilo Gennari, componente del direttivo AIIC: “Finalmente si cominciano a utilizzare all’interno delle strutture sanitarie applicativi e approcci che iniziano a raccogliere in modo sistematico e organizzato i dati che nascono dall’attività scientifica, sanitaria, clinica – spiega -. E questi dati vengono utilizzati per ottimizzare i risultati clinici, per migliorare l’organizzazione e quindi anche per contenere i costi della sanità, che sappiamo essere un problema molto serio”.
f17/fsc/gsl

Giaconia “IA utile per ridurre i tempi della diagnostica per immagini”

VERONA (ITALPRESS) – L’intelligenza artificiale molto spesso è già “integrata” nelle apparecchiature di diagnostica per immagini, ma il suo utilizzo può essere implementato, permettendo di ottimizzare i processi. E’ quanto emerso nel corso di uno dei workshop che hanno animato la prima giornata del 4° Meeting Nazionale dell’AIIC-Associazione Italiana Ingegneri Clinici, dal titolo “Quali dati per la governance delle tecnologie in sanità” in corso a Verona.
“L’intelligenza artificiale è sempre più un modulo embedded, cioè già contenuto all’interno delle grandi apparecchiature – spiega Gianluca Giaconia, vicepresidente dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici -. Lo scopo è quello di migliorare da un lato la qualità dell’immagine, attraverso una serie di elaborazioni possibili fin dal momento dell’acquisizione, e dall’altro lato di ottimizzare i tempi”.
f17/fsc/gsl

Meeting AIIC, Pezzatini “Promuovere lo scambio dati tra i dispositivi”

VERONA (ITALPRESS) – “Lo scambio dati tra i vari dispositivi è un tema molto caldo nel nostro settore e deve diventare una priorità: alcuni studi stimano in diversi miliardi il costo della non-interoperabilità fra i vari sistemi”. E’ stato questo uno dei focus al centro del primo giorno del IV Meeting nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici in corso a Verona, come riassume Francesco Pezzatini, del collegio probiviri dell’AIIC.
“Dobbiamo sempre di più vedere i dispositivi non più con la logica dei silos – aggiunge – ma come strumenti capaci di scambiare dati e informazioni fra di loro, con protocolli e standard codificati e riconosciuti da tutta l’industria”.
f17/fsc/gsl

Asvis. Regioni bocciate sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

Asvis. Regioni bocciate sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

ROMA (ITALPRESS) – Tra il 2010 e il 2023 le Regioni italiane non sono riuscite a intraprendere un percorso efficace di attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: sui 14 Obiettivi di sviluppo sostenibile analizzati solo per l’istruzione si registra un miglioramento su buona parte del territorio nazionale, mentre peggiorano le condizioni di quasi tutte le Regioni per povertà, acqua e sistemi idrici, qualità degli ecosistemi terrestri. E’ quanto emerge dal quinto Rapporto sui Territori, pubblicato oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che contiene anche analisi originali sulle politiche riguardanti il governo del territorio, la rigenerazione urbana, la decarbonizzazione dei trasporti e il miglioramento della qualità dell’aria, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione del dissesto idrogeologico. Particolare attenzione viene posta nel Rapporto anche sulla gestione dei rischi naturali e antropici come quelli derivanti dagli impianti industriali a rischio di incidente. La pubblicazione contiene poi una serie di proposte per realizzare politiche territoriali orientate allo sviluppo sostenibile e superare le forti e crescenti disuguaglianze che caratterizzano l’Italia. Il Rapporto, realizzato con il contributo incondizionato di Federcasse e Wind Tre, viene presentato al Cnel dai presidenti dell’ASviS, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, e dal direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini, nel corso di un incontro cui intervengono, fra gli altri, numerosi rappresentanti delle istituzioni come il presidente del Cnel, Renato Brunetta, il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi, la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, il presidente dell’Unioncamere Andrea Prete. ‘Con il Rapporto Territori l’ASviS offre al Paese uno strumento indispensabile per conoscere lo stato di attuazione dell’Agenda 2030 su scala territoriale e così aiutare le amministrazioni locali a decidere come colmare i numerosi ritardi che frenano lo sviluppo sostenibile in Italia – dichiara il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini. – Dal Rapporto emergono diverse criticità, che proponiamo di affrontare con misure concrete, da definire coinvolgendo la società civile in un dibattito politico, pubblico e culturale. E’ indispensabile intervenire, anche con politiche nazionali volte a ridurre le disuguaglianze sociali, prendersi cura dell’ambiente e innovare i sistemi produttivi, coerentemente con gli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale e con i principi della Costituzione, in particolare quelli di tutelare ambiente, biodiversità ed ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni. E’ un processo che, come indica il titolo del Rapporto, deve iniziare dal basso, ‘alle radici della sostenibilità’, e riconoscere la diversità di esigenze, di rischi e di opportunità tipica del nostro Paesè. Attraverso l’elaborazione di circa 100 indicatori elementari e indici compositi, l’ASviS esamina la condizione dei territori italiani sul periodo 2010-2023, evidenziando progressi, criticità e divari territoriali. Dai dati emerge un quadro complesso, in cui le disuguaglianze Nord-Sud rimangono marcate. In particolare, Povertà, Acqua e Vita sulla terra e Giustizia e istituzioni peggiorano in gran parte dei territori, mentre sia il Nord-Ovest sia il Nord-Est presentano significativi miglioramenti per l’Istruzione, a fronte di una sostanziale stabilità nel resto del Paese. ‘I drammatici ritardi dell’Italia sui 17 SDGs in Regioni, Province autonome e Città metropolitane possono essere recuperati a condizione di concentrarsi seriamente sulla dimensione territoriale dell’Agenda 2030 – afferma il direttore scientifico dell’ASviS, Enrico Giovannini -. Occorre mettere a frutto le esperienze virtuose che emergono dai territori, che l’ASviS raccoglie e valorizza nel Rapporto odierno, e usare adeguatamente le risorse a disposizione, a partire dai 75 miliardi di euro assegnati all’Italia dall’Accordo di Partenariato con l’Ue, di cui è stato finora impegnato solo il 12%. Questa incapacità di usare le risorse disponibili penalizza in particolare il Mezzogiorno, già gravato dalla rimodulazione del PNRR approvata nel 2023, che ha eliminato il vincolo di destinare almeno il 40% delle risorse alle Regioni del Sud e dalla riduzione del Fondo perequativo infrastrutturale (da 4,6 miliardi a circa 700 milioni di euro) prevista dalla legge di Bilancio 2024, contrariamente a quanto prevede la nostra Costituzione. Vanno colte le opportunità del Regolamento Ue sul ripristino della natura che, imponendo lo stop immediato al consumo di suolo in aree molto significative del territorio nazionale, va utilizzato per investire in progetti di rigenerazione urbana, con ricadute positive su occupazione e qualità della vita. Occorre inoltre diffondere le buone pratiche dei Climate City Contract predisposti dalle nove città italiane coinvolte nella missione Ue e porre attenzione alla definizione di una strategia per la montagna, da affiancare a quella per le aree internè. Nel Rapporto Territori l’ASviS analizza la capacità di Regioni e Province autonome di raggiungere 28 obiettivi quantitativi contenuti in strategie, piani e programmi ufficialmente adottati a livello europeo e nazionale, e presentati per il livello nazionale nel Rapporto ASviS 2024. Tra le più virtuose ci sono Lazio, Umbria, Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Trento, in grado di conseguire 12 obiettivi, mentre molte altre Regioni, soprattutto nel Mezzogiorno, potranno raggiungerne solo 4-6. Guardando al numero di obiettivi impossibili da raggiungere, i territori più arretrati sono la Provincia Autonoma di Bolzano, il Veneto, il Molise, la Campania, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna. Tabella 2.2. Anche nelle Città metropolitane emergono numerose disuguaglianze: Firenze, Milano, Roma e Cagliari hanno risultati migliori, con 6-8 obiettivi raggiungibili, mentre Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania si fermano a due obiettivi. Se si osservano gli obiettivi certamente non raggiungibili, la situazione peggiore si rileva per Catania, Torino, Roma e Reggio Calabria (5-6). Nel Rapporto l’ASviS evidenzia quattro questioni prioritarie da affrontare e formula una serie di proposte per portare l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. La prima deriva dall’approvazione del Regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature restoration law): si tratta di uno snodo cruciale per la tutela del capitale naturale e per creare occupazione di qualità. La normativa approvata a giugno 2024 impone, infatti, lo stop immediato al consumo netto di suolo nelle grandi aree urbane e prevede un aumento delle aree verdi e della copertura arborea a partire dal 2031. La seconda riguarda le politiche climatiche per le città. Le nove città italiane coinvolte nella Missione europea delle città a impatto climatico zero (Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino) forniscono esempi virtuosi da replicare in altre realtà urbane. Per migliorare la qualità del patrimonio edilizio è essenziale implementare la Direttiva europea sulla prestazione energetica degli edifici (‘Case green’) e raggiungere entro il 2050 l’obiettivo di un parco immobiliare a emissioni zero. Nel settore dei trasporti, l’Italia deve ridurre il tasso di motorizzazione, attualmente al 67%, per allinearsi alla media europea del 51% nel prossimo decennio. Il terzo aspetto prioritario è quello della rigenerazione urbana e delle politiche abitative, argomenti strettamente connessi alle sfide climatiche e al loro impatto sulle fasce più deboli della popolazione. Le Agende per lo sviluppo sostenibile locale stanno diventando strumenti essenziali per superare la frammentazione tra pianificazione urbana e politiche di coesione territoriale: per questo, occorre incentivarne l’attuazione, con un approccio integrato che tenga conto delle specificità locali e delle emergenze ambientali. La quarta priorità indicata è quella delle politiche per la montagna e le aree interne, che devono assumere una nuova centralità da valorizzare, anche per affrontare la crisi climatica, con politiche dedicate. A tale proposito si richiama l’attenzione su tre disegni di legge sulla montagna attualmente in discussione al Senato e sull’urgenza di una normativa specifica. Il Rapporto presenta inoltre una selezione di 30 buone pratiche ispirate all’Agenda 2030: la campagna lanciata dall’ASviS nel 2024 ha ricevuto 127 progetti, il doppio dei 64 arrivati nel 2023, evidenziando l’aumento della sensibilità e dell’impegno per raggiungere gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile nei territori. ‘Uno dei messaggi più rilevanti del Rapporto sui Territori è che la conversione ecologica può essere allo stesso tempo il traino e il volano di benefici per tutte le dimensioni dello sviluppo sostenibile, integrando aspetti positivi a livello di inclusione sociale, protezione ambientale, innovazione economica e coinvolgimento istituzionale – conclude la presidente dell’ASviS, Marcella Mallen. – Nonostante una situazione generalmente difficile, l’ASviS con il Rapporto sui Territori mette in luce la possibilità di un cambiamento vantaggioso per tutti, come dimostrano le numerose esperienze virtuose che maturano nei territori, dalle città alle aree interne. Auspichiamo che i media pongano maggiore attenzione a queste realtà per renderle più conosciute, così da mostrare che è ancora possibile ridurre i divari, rafforzare la coesione sociale e promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo per le persone e le comunità’.(ITALPRESS).

Foto: Asvis

Pfizer, Certificazione per la Parità di genere per il 2° anno di fila

Pfizer, Certificazione per la Parità di genere per il 2° anno di fila

MILANO (ITALPRESS) – Pfizer conferma per il secondo anno consecutivo la Certificazione per la Parità di genere UNI/PdR 125:2022, avendo superato con esito positivo l’audit di sorveglianza annuale sul mantenimento della Certificazione: “un riconoscimento che testimonia la capacità di aver adottato negli anni misure concrete per favorire un ambiente lavorativo rispettoso delle pari opportunità”, spiega una nota.
Il riconoscimento, ottenuto attraverso l’attività di audit di RINA – una delle principali società di certificazione, attiva in più di 70 paesi – è un’ulteriore conferma delle scelte dell’azienda farmaceutica, sempre più caratterizzate da equità e inclusione, volte a favorire il benessere aziendale, improntate a diffondere la cultura del rispetto e della non discriminazione nella società.
La conferma della certificazione secondo la pratica di riferimento UNI/PdR 125:2022 “è il risultato di una serie di attività che hanno coinvolto i principali processi aziendali legati al percorso dei dipendenti in azienda e di un attento processo di audit, sia interni che esterni, mirati alla verifica della corretta e completa applicazione dei requisiti previsti dalla norma”, evidenzia Pfizer.
Nel 2024, nell’ambito del piano previsto dal processo di certificazione, l’azienda ha implementato diverse iniziative volte a promuovere la parità di genere e contrastare le molestie sul luogo di lavoro. Tra queste, un corso obbligatorio per tutti i dipendenti dal titolo #Tolleranzazero alle molestie: insieme in azienda con rispetto, sul contrasto alle molestie e per la cultura del rispetto.
Il 26 novembre, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, è stata lanciata la campagna #StandWithHer, un evento volto a sensibilizzare i dipendenti sul tema della violenza di genere, realtà drammatica che deve essere affrontata ogni giorno, non solo il 25 novembre. Durante la campagna #StandWithHer, un fiocco bianco appuntato sui vestiti dei nostri colleghi uomini è diventato un simbolo condiviso contro la violenza e la discriminazione. Tutti i colleghi e le colleghe sono stati inoltre invitati ad un incontro con Claudio Nader dell’Osservatorio Maschile, una comunità che promuove una nuova prospettiva degli uomini sulle questioni di genere.
Con oltre il 60% della forza lavoro nella filiale commerciale composta da donne, molte delle quali ricoprono ruoli di vertice, Pfizer dimostra il suo impegno nel promuovere un ambiente di lavoro equo, inclusivo e rispettoso di ogni diversità di genere, pilastri imprescindibili per contribuire agli obiettivi globali di Pari Opportunità nell’ambito ESG (Environment, Social, Governance).

– foto ufficio stampa Pfizer –
(ITALPRESS).

Per Kia Italia il 2024 in linea con gli obiettivi

MILANO (ITALPRESS) – Il 2024 è stato un anno positivo per Kia, in un mercato dell’auto che però deve fare i conti con numerose incognite legate alle nuove norme europee sulla transizione green. Ne ha parlato Giuseppe Bitti, presidente e Ceo di Kia Italia, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.

gsl/sat/gtr

ACSI, Viti “Combattere la sedentarietà cambiando cultura dello sport”

ROMA (ITALPRESS) – “Lo sport è un valore assoluto riconosciuto ormai da tutti, la sedentarietà in Italia è vissuta e statisticamente provata. Come si combatte? Cambiando la cultura dello sport e la cultura del movimento, ovvero inserendola nelle scuole e in tutti i contesti. Il movimento è fare sport e fare sport significa essere in pace con il proprio corpo e sentirsi bene. Si fanno tanti progetti contro l’obesità e contro la sedentarietà, ma questa attività non riesce mai ad emergere in modo concreto e in modo assoluto perché c’è ancora una cultura del movimento che non è radicata nel contesto sociale”. Lo ha detto il presidente dell’ACSI (Associazione di cultura, sport e tempo
libero), Antonino Viti, nel corso di un’intervista presso la sede romana dell’Italpress. “Dal 1960, ovvero da quando siamo nati con le Olimpiadi di Roma, siamo andati in crescendo su tante situazioni non solo con i numeri ma anche in qualità – ha proseguito Viti – Per il 2025 i progetti sono tantissimi, a marzo avremo l’Assemblea Nazionale elettiva e questo contesto comunque non ci impedisce di pensare al futuro con le grandi manifestazioni Nazionali. Abbiamo degli eventi importanti come l’ACSI Football League che è il più grande campionato italiano amatoriale dove
partecipano 45 società con 900 squadre e 10 mila atleti che è tuttora in corso”.
“La finale nazionale verrà disputata all’Allianz Stadium di Torino, faremo un evento importante non solo di calcio, ma anche di cultura e intrattenimento. E devolveremo alcuni tipi incassi ad Onlus che hanno come finalità la promozione sociale o l’assistenza a soggetti più svantaggiati. Insieme a questo abbiamo tantissime manifestazioni, in tutti gli sport, ma vorremmo dare un messaggio che non è solamente sportivo ma sociale. Nel 2025 affronteremo il mondo della sostenibilità a 360 gradi, non riguarda solamente l’ambiente ma anche l’uomo, la donna e la società civile”. Sulla
situazione dello sport in Italia a livello culturale, Viti afferma che “c’è tanta enunciazione e proclamazione negli interventi, ma c’è poca considerazione poi quando si devono andare a dividere le risorse. Il mondo degli enti di promozione sportiva rappresenta 14 milioni di praticanti ma talvolta la cultura dello sport c’è solamente nelle proclamazioni ufficiali, a livello di risorse non
siamo dove dovremmo essere”, ha concluso Viti.
gm/gsl

Abete “LND tiene unito il sistema, Sinner? Ben venga la competitività”

ROMA (ITALPRESS) – “Le diversità sono un patrimonio della Lega Nazionale Dilettanti che opera attraverso sessantamila squadre, undicimila società, un milione e centoquindicimila tesserati. Dalla Serie D, che è il massimo livello, alla terza categoria teniamo unito un sistema e un mondo che rappresenta i 7896 comuni d’Italia”. Lo ha detto il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete, nel corso di un’intervista presso la sede romana dell’Italpress. “Non è una difficoltà, ognuno sa quale è il suo tipo di ruolo – ha proseguito il numero uno della LND – La Serie D ha una centralità, è il quarto campionato in termine di importanza e poi ovviamente abbiamo dei livelli inferiori. Però l’importante è che ci sia una partecipazione attiva e, nonostante il Covid, nonostante il calo demografico e nonostante la riforma dell’ordinamento sportivo, il sistema ha retto bene e i numeri in qualche modo sono stati confermati e consolidati”. Il prossimo 3 febbraio si terrà l’Assemblea elettiva della Figc con Gabriele Gravina, presidente in carica, che ha sciolto le riserve e si ricandiderà: “La Lega Nazionale Dilettanti ha sempre avuto un rapporto virtuoso con Gravina – ha ammesso Abete – Abbiamo sempre avuto amicizia e sintonia, ma non è che si decide in base a questo, si decide in base ai contenuti, i programmi e le prospettive. Suggestione Del Piero? Ovviamente è importante che grandi giocatori entrino anche nella dirigenza sportiva, però noi
abbiamo regole di ingaggio collegate al fatto che bisogna avere l’espressione di una condivisione”.
Il 2024 è stato un anno di grandi trionfi sportivi, dalle Olimpiadi di Parigi a Jannik Sinner che è diventato numero uno del mondo di tennis: “Da molti anni c’è una competizione più significativa tra le varie discipline sportiva e ben venga – ha sottolineato Abete – Perché vuol dire che l’offerta da parte del sistema paese è maggiore rispetto al passato quindi questa è un’opportunità per tutti, in primis per i ragazzi e per le famiglie che possono scegliere. Il calcio ha una dimensione diversa rispetto al tennis, noi ci affidiamo senza dubbio ai risultati sportivi ma il nostro movimento a livello di partecipazione è una realtà di squadra. Ci sono dei grandi personaggi, di cui siamo lieti che rappresentino l’Italia ai massimi livelli e Sinner ne è la testimonianza, che possono svolgere un traino per il mondo sportivo e per determinate discipline. Ma non parliamo di realtà competitive tra di loro”. Infine il presidente Abete sottolinea l’importanza di agire contro due fenomeni significativi, la violenza contro gli arbitri ed il razzismo: “Ci sono situazioni negative che vanno contrastate e prevenute, va fatta un’attività formativa, va fatta un’attività sanzionatoria che però come si è visto negli ultimi anni non basta per rimuovere queste situazioni. Visto che pur raddoppiando le sanzioni non è diminuito il fenomeno, bisogna parlare di altre realtà e di fare più formazione, più prevenzione e più giustizia riparativa soprattutto per i giovani”, ha concluso.

gm/gsl

Romania, Mutiu “L’Università rafforza comunità e innovazione”

BUCAREST (ROMANIA) (ITALPRESS) – Un’Università antica, con oltre 400 anni di storia, ma estremamente moderna nella sua capacità di fare rete con altri atenei e con le imprese. È l’Università Babes-Bolyai di Cluj, in Romania, raccontata dalla vice rettrice Alexandra Mutiu in un’intervista a Claudio Brachino in occasione dell’apertura dell’ufficio di corrispondenza dell’agenzia Italpress a Bucarest.
“Siamo molto orgogliosi di essere la più grande università in Romania, e quest’anno festeggiamo 443 anni. Il nostro ruolo è di supporto all’innovazione e all’istruzione, ma la mission è anche quella di costruire una comunità più forte attorno ai nostri studenti”, sottolinea la vice rettrice, che spiega l’importanza delle partnership: “Facciamo parte di due consorzi, gestiamo eccellenti relazioni con altre università in Romania. Ma facciamo anche parte del consorzio europeo, l’Utopia Alliance, e della Gilda delle Università Europee ad alta intensità di ricerca”. Una partnership importante per l’ateneo è quella con Confindustria Romania, una relazione “costruita sulla fiducia”, spiega ancora Mutiu.

sat/gsl

Coni, Aracu “Bisogna trovare l’equilibrio giusto col Governo”

ROMA (ITALPRESS) – “I World Skate Games sono i nostri campionati del Mondo di tutti gli sport rotellistici, è diventato uno sport adrenalinico dove ci sono insieme tante specialità sia maschili che femminili in cui l’unico comune denominatore sono le rotelle sotto i piedi. E’ uno sport che nasce dalla strada ed ha molto appeal tra i giovani. Lasciano all’Italia un’eredità economica molto grande ovvero circa 400 milioni di euro di impatto economico a fronte di una spesa di neanche 15. Lo sport del futuro deve essere giovane, urbano e sostenibile sia a livello ambientale che in quello economico”. Lo ha detto il presidente di Skate Italia (sport rotellistici) e di World Skate, Sabatino Aracu, nel corso di un’intervista presso la sede romana dell’Italpress, in merito all’ultima edizione dei World Skate Games tenutasi in Italia lo scorso settembre. “Il nostro sport è giovane e guarda anche al femminile – ha proseguito Aracu – La maggior parte dei nostri tesserati sono donne, abbiamo più del 60% di ragazze, è una prova d’orgoglio”. Alle Olimpiadi di Parigi c’è stato un grande successo pubblico nello skateboard, ma non è arrivata la medaglia per l’Italia: “Lo skateboarding non ha la tradizione che c’è nel pattinaggio di velocità o nel pattinaggio artistico, ma nei World Skate Games l’Italia è arrivata al primo posto nel medagliere vincendo 31 titoli iridati sui 104 disponibili, la più grossa rassegna iridata nella storia dello sport italiano. Ci auguriamo che la medaglia arrivi presto, noi stiamo lavorando. Certo non siamo al livello degli Stati Uniti, del Brasile o del Giappone, ma ce la stiamo mettendo tutta”. Il 2025 non sarà un anno olimpico, ma sarà comunque un anno di lavoro: “Stiamo facendo una cosa molto bella grazie a Sport e Salute e al Ministero dello sport, ovvero questo grande evento che sono una sorta di Internazionali dello Skateboarding al Colle Oppio davanti al Colosseo e lo continueremo a fare – ha sottolineato Aracu – Diventerà anche qualifica olimpica per i Giochi di Los Angeles 2028. Continueremo lì, ma anche ad Ostia dove abbiamo fatto l’altra disciplina, ovvero quella del Park, che è stata un successo e lo sarà ancora nei prossimi anni”. Da trentadue anni Aracu siede sulla sedia più alta degli sport rotellistici e sottolinea le differenze con il passato: “Il Coni di allora era lo sport italiano, oggi non è la stessa cosa – ha ammesso Aracu – I tempi sono anche cambiati perché è importante avere l’appoggio di un governo attivo. Una volta faceva solo il Coni, oggi avere il Governo che si interessa di sport è una fortuna. Probabilmente bisogna trovare un equilibrio giusto e una sinergia affinché lo sport italiano cresca ancora meglio”, ha concluso.
gm/gsl